Dal primo vagito di un neonato all’ultimo addio della morte: il conflitto non solo non è qualcosa di eliminabile dalla nostra esistenza, ma costituisce il segno di quel contenuto di negazione della nostra prepotenza e dell’esperienza dell’abbandono che costella la crescita autentica.
Dentro questa cornice ricca, preziosa e molteplice, Franco Vaccari ha concluso l’8 marzo scorso, al teatro Novelli di Grottazzolina, il ciclo “CONflitto CONvivenza”, promosso dall’Equipe Giovani di Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Fermo e realizzato con la collaborazione dell’Associazione Rondine, Cittadella della Pace di Arezzo.
Dopo le esperienze e le storie dei ragazzi di Rondine e la partecipazione dinamica nel primo incontro, stavolta è toccato ad un dialogo bello e caldo, sincero e diretto, che Vaccari ha costruito con i giovani e gli adulti intervenuti. Una serata aperta dalla recitazione, ad opera di Paolo Nanni e Maria Tomassetti, del monologo “Incontri” di Giorgio Gaber e chiusa con un momento di teatro-forum che ha visto protagonisti alcuni dei giovani presenti. In mezzo le parole del Presidente di Rondine, che ha attinto alle molte radici della sua vita, da quelle personali e familiari (il proprio rapporto con i genitori) passando per quelle professionali (la sua esperienza di psicologo e professore nel Liceo di Arezzo) fino alla vocazione che ha caratterizzato gran parte della sua vita (l’esperienza di Rondine), per poi mettersi a totale disposizione dei presenti, in un clima di autentico scambio: crescere significa incontrare e scontrarsi, abbandonare qualcosa per guadagnare qualcosa di più grande, imparare a sostenere la solitaria responsabilità delle scelte senza mai scegliere dimenticando la comunità nella quale si vive.
“La serata organizzata dall’Azione Cattolica Diocesana al teatro Novelli con Franco Vaccari – a parlare è Mariano Ambrogi, sindaco di Grottazzolina, che da subito ha sostenuto il progetto e ha partecipato in prima persona – è stato uno di quegli incontri che non ti aspetti, per lo stile informale, per il tono amichevole, quasi confidenziale, e per la disarmante originalità dei contenuti. Prima rapisce l’attenzione e poi cambia l’approccio con le parole, racconta aneddoti facendo vacillare le convinzioni e gli schemi di chi ascolta. Quando si torna a casa rimane ancora molto da riflettere, consapevoli che forse è arrivato il momento di cambiare davvero”.
I giovani dell’equipe diocesana di Azione Cattolica sottolineano così quanto provato nei due incontri vissuti nell’ultimo mese e rilanciano con una proposta concreta: “Abbiamo vissuto due occasioni non di “sole” parole, ma vere e proprie esperienze da metter nel bagaglio della vita; proprio per questo, dopo aver ascoltato le voci di Rondine che hanno parlato alle nostre vite, vorremmo far incontrare le vite dei nostri giovani con quelle dei giovani dello studentato, andando a scoprire “sul campo” come si costruisce la pace a Rondine. Ci piacerebbe condividere con loro un week-end per poter sperimentare le dinamiche della vera convivenza che passa anche per il conflitto. Tutti coloro che condividono con noi questo gusto dell’incontro sono invitati”.